L’espansione di una propria impresa, azienda o società, più generalmente il proprio business in un contesto internazionale appare come una naturale forma di obiettivo, ma anche una sorta di conclusione per chiunque, condizione che però non è assolutamente spontanea e così “automatica” come possiamo pensare, esistono infatti condizioni così come vantaggi e svantaggi in tutto ciò.
Aumentare quindi la possibilità ed ampliare il proprio mercato ci mette davanti a vari profili molto interessanti ma allo stesso modo certifica anche la ricerca di nuovi investimenti e mercati. Ovviamente non è “tutto oro quello che luccica”, come intuibile, arrivando a concepire prima di tutto quando è il momento giusto per espandere il proprio business.
Espandersi verso l’internazionalizzazione
In primo luogo bisogna considerare un investimento di capitale se abbiamo intenzione di espanderci oltre i confini nazionali e continentali, almeno un 25 % oltre il budget previsto, una sorta di “tesoretto” da impiegare eventualmente se abbiamo la possibilità di introdurci gradualmente nel mercato esterno, o anche fino al 50 % se abbiamo necessità di aprire una filiale o una succursale.
E’ il momento adatto quando abbiamo già una base di vendita radicata “in proprio” ed il mercato non è stagnante, con costi digestione sotto controllo ma anche se abbiamo assistito ad una continuità di guadagni e nuovi clienti nel corso di almeno 5 – 6 anni nel settore della vendita di prodotti o servizi, quindi può essere un buon periodo quando abbiamo stabilità.
Cose da ricordare
Tra le principali strategie va considerata la prima di comprensione dei nuovi mercati: ciò che ha successo “in patria” magari può stentare all’estero quindi se ad esempio produciamo un solo tipo di prodotto, prima di avventurarci in un nuovo mercato, può essere il caso di fare sondaggi e magari proporre dei sistemi di abbonamento oppure offerte lancio.
- Fare ricorso anche a persone del luogo, così da comprendere sia i costi ma anche i gusti della potenziale clientela
- Valutare una crescita sempre graduale, mettendo in conto anche fasi di transizione dove sono necessari tempi di “magra”
Secondo consiglio è quello di pianificare molto di più rispetto al contesto che conosciamo, infatti, concentrare da subito troppe risorse o attenzioni verso “l’esterno” non valutando un ritorno sufficientemente ciò che abbiamo già realizzato è un errore molto grave, al pari di espandersi troppo rapidamente, condizione che crea una sorta di condizione di “vuoto” tra i mercati.
Infine valutare la concorrenza, che è ovviamente uno dei principali ostacoli, attraverso feedback e comunicatività. Non bisogna concepire i concorrenti, specie coloro che sono già sul mercato locale come dei rivali ma dei competitors, dai quali è meglio mantenere sempre una buona collaborazione, evitando strategie decisamente poco edificanti, avviando anche qualche collaborazione.